Sotto la superficie

9 Ottobre 2024

Perché questi temi per una formazione ai volontari delle Caritas parrocchiali? Perché portare alla loro attenzione questi problemi sociali? Cosa centrano con il Centro di ascolto, con chi si incontra e chiede aiuto perché magari ha “solo” un ISEE basso? Ripartiamo dal perché – per non darlo per scontato, per non lasciarlo sottointeso. Perché i volontari sono prima di tutto cittadini che vivono in questo mondo complesso, troppo spesso contraddittorio – e la contraddizione a volte confonde, ci fa sembrare “normali” alcune cose che non lo sono affatto, i cui effetti sono così subdoli che finiamo per non attribuirgli il giusto peso.

La conoscenza, quindi, è lo strumento più prezioso che abbiamo per aprire riflessioni, imparare a leggere tra le righe delle situazioni, per non accontentarci delle risposte più immediate e semplicistiche che, di primo acchito, ci possono apparire o venire in mente. Per dare il giusto peso. Anche la povertà ha bisogno di una lettura non semplicistica e appiattita sui bisogni e sulle risposte di beni materiali. C’è sempre altro. I bisogni son più complessi, quindi anche le risposte devono essere all’altezza. Certo, non pensiamo affatto di poter essere (e non lo dobbiamo nemmeno essere!) gli unici protagonisti di queste risposte; si devono cercare alleati, dei buoni alleati. Conoscenza, ragionamento condiviso, capacità di intercettare e coinvolgere i servizi, sono delle buone strategie.

Dare strumenti pensiamo sia la cosa migliore che, come Caritas lodigiana, possiamo fare. Imparare per primi a non nasconderci dietro ad un dito, negando problemi, fingendo che da noi queste cose non succedono! Non nel mio paese, non nel mio quartiere… Allontanando sempre il problema che più ci mette in discussione, come singoli e come comunità.
Ecco, allora, perché ragionare sui campanelli d’allarme della dipendenza da gioco, dello sfruttamento lavorativo, come accompagnare percorsi verso una regolarità contrattuale, come aiutare le famiglie a ragionare sulle proprie spese, a fare scelte (quindi anche rinunce) a volte molto faticose.

Non potremo fare nulla per quel gioco non comprato, per quelle scarpe mancate che tanto piacciono al figlio di quel signore…ma potremo accogliere e stare accanto alla frustrazione di chi vorrebbe ma non può, perché, a volte, la responsabilità pesa; potremo ragionare con quella signora che è meglio pagare un decimo della bolletta dell’acqua piuttosto che comprare quel gratta e vinci, metterli tutti in fila e … quanto valgono?

Perché sotto la superficie c’è tutto un altro mondo che non possiamo ignorare, con i suoi movimenti e correnti, di cui noi vediamo solo gli effetti più prepotenti. Non ci resta che tentare di innescare piccoli cambiamenti con la consapevolezza che sono i gesti a far breccia, non solo i kili di pasta.

di Chiara Galmozzi

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