Pubblichiamo con piacere il contributo della nostra mitica Elena Pagliari che ha organizzato quest’anno il ritorno in presenza dello Spezziamo il Pane. Elena non ha bisogno di presentazioni perché è uno dei volti più conosciuti della Caritas Lodigiana, continuate a leggere qui sotto il suo racconto.
“La messe è molta, ma gli operai sono pochi” Luca 10, 1-9
Finalmente! Dopo due anni si ritorna con la notte ai forni all’interno della consueta iniziativa dello Spezziamo il Pane. Arrivo al panificio, sono le 2 e un quarto, è notte fonda, sono tutti lì i panettieri, i soliti volti ormai familiari, sono già al lavoro, ci salutiamo, due parole ma non si fermano, continuano nelle loro attività: c’è tanto pane da preparare. Ecco i primi volontari, subito dopo gli altri, puntualissimi, in tutto 15, ragazze e ragazzi che arrivano da diverse parrocchie dai 15 anni fino ai 28.
Li ringrazio di essere qui questa notte per compiere un servizio alle nostre comunità mentre escono dai forni i primi “carrelli” con il pane appena sfornato, caldo e profumato. Arriva anche il don che ci aiuta ad introdurre la notte, un breve saluto e spieghiamo l’iniziativa e il gesto caritativo collegato, segue una breve riflessione e la preghiera insieme. È ora di mettersi all’opera, ci dividiamo i compiti, si comincia: il pane va pesato, messo in grandi sacchi, occorre contare e dividere i sacchetti piccoli e le cartoline e preparare tutto nel quantitativo prenotato da ogni parrocchia. Iniziamo un po’ in silenzio, via via cominciamo a chiacchierare, conoscerci, “cosa fai? Studi o lavori?”
A metà del servizio facciamo una pausa: pane e nutella per tutti!
I ragazzi sono bravissimi, precisi, sorridono, credo si stiano anche divertendo, intanto passiamo dal buio della notte ai primi raggi del sole: è l’alba! Siamo davvero veloci, terminiamo la preparazione in anticipo tra poco arriveranno i volontari delle parrocchie a ritirare il pane prenotato e il materiale per confezionare i sacchetti piccoli che verranno distribuiti durante le celebrazioni, il pane così benedetto arriverà sulle tavole delle nostre case dove verrà spezzato, mangiato. I ragazzi volontari ci salutano e tornano a casa per il meritato riposo, alcuni però rimangono fino alla fine, fino a quando l’ultima parrocchia ritira il proprio pane. Raccogliamo le ultime cose, sistemiamo gli spazi del panificio che ci ha accolto, abbiamo davvero finito, ringrazio i panettieri, ringrazio i ragazzi, loro ringraziano noi “ci vediamo l’anno prossimo”.
Salgo in macchina e verso casa penso che sono due le parole che più di tutte ho sentito pronunciare questa notte: PANE e GRAZIE, è l’eucarestia, è il Corpus Domini.
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