Ė martedì 5 dicembre,ore 13.00 ed é appena finito il pranzo dei 35 ospiti di oggi, persone senza dimora di Lodi che ringraziano e salutano uscendo. Resto sulla soglia, curioso, in attesa di un turno del tutto speciale. Sono certamente gli avventori più giovani da quando la Mensa Diocesana si é trasferita in Seminario Vescovile: si intravedono in lontananza, in doppia fila indiana, per mano, lungo il marciapiede che costeggia le case di via XX Settembre, guidati dalla maestra Anna ed una nonna accompagnatrice che chiude la fila.
Macchiette colorate che ciaccolano allegre con vocine acute, divertite… Dal più timido che non osa guardarci negli occhi fino al più spavaldo che esordisce entrando con “ma io ci passo sempre qui davanti…”: si affacciano sulla soglia per poi varcarla, alzarsi sulle punte dei piedi e depositare a fatica il sacchetto di cibo portato in dono per Natale sul tavolo all’entrata, togliersi cappottini, sciarpine e cappellini – tutto -ino – ed accomodarsi sui tavoli appena risistemati per l’occasione. Sono ospiti mignon, spariscono, nonostante il numero, dietro i tavoli che con loro sembrano giganteschi.
Ė un’Epifania inversa, dove questa volta sono i piccoli a portare doni per i poveri cristi che dormono in strada, o in dormitorio o in qualche atrio semi-deserto e forse riscaldato la notte. Ciascuno dice il proprio nome e si accomoda, composto, in attesa di capire meglio. Sulla punta della lingua la domanda da fare non appena incrociamo lo sguardo: la mano alzata si appoggia stanca sul capo, in attesa di un cenno. Con l’aiuto della nonna e di Maria Rosa, una nostra volontaria che, alla notizia di quella festosa visita, si é offerta molto volentieri per dare una mano, versiamo acqua e distribuiamo la piccola merenda pensata per accoglierli. I bimbi mangiano, chiedono il bis. Molti apprezzano, qualcuno non può per un’intolleranza. Il timido si fa pregare, lo spavaldo vuole il bis, anzi il tris.
Si ambientano velocemente e fioccano le domande. Per chiudere il rubinetto ne faccio una io: ma per voi chi sono i poveri? ripartono le mani alzate, “io.. io.. io..!” ed ecco i racconti, gli aneddoti che prendono spunto da qualche parola ascoltata a casa, in classe, inventata lì per lì.
“Bambini, i poveri sono tutti diversi ma una cosa hanno in comune: i poveri sono soli. Ricordatevi questo”.
Soddisfatti o forse presi in contropiede restano qualche secondo in silenzio, non di più. Il tempo é già finito. Si riparte per la scuola. Tutti salutano e tornano nei loro cappotti… attenti a non tralasciare guanti, sciarpa e cappellino. C’é chi ancora mi chiede se il ragazzo che cerca l’elemosina fuori dal supermercato viene qui a mangiare… la prossima volta mi dirà il suo nome ed io potrò rispondergli. Da domani tanti occhietti vispi si intrufoleranno oltre la porta della mensa per riconoscere un posto che finalmente non resta più misterioso ed inaccessibile.
Pito Maisano, referente Mensa diocesana, il 5 dicembre ha accolto la sezione “Balene” della Scuola dell’infanzia Canossa, Fondazione Fides e Ratio
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