La testimonianza di Silvia Sinibaldi al Cammino per la Pace in Ucraina

16 Marzo 2022

Riportiamo la testimonianza di Silvia Sinibaldi (Caritas Europa) che ha aperto il Cammino per la Pace in Ucraina di domenica 13 marzo.

Caritas Europa ha un ruolo di coordinamento delle Caritas nazionali del continente europeo, da nord a Sud (dai Paesi scandindavi a Grecia e Malta) e da ovest – dal Portogallo – ad est, fino a Ucraina (e Russia), Italia incusa. In sintesi il compito principale è di osservazione, ascolto e traduzione dei bisogni intercettati dalle Caritas nazionali, ma anche di coordinamento della risposta operativa – essenza dello spirito di Caritas –in un’ottica di dialogo con le istituzioni europee. Il mio intervento, questa sera, vuole dar voce alle storie, quindi far risuonare le parole di chi è sul campo, non per qualche giorno ma che, al contrario, c’era prima e che è rimasto in Ucraina.

Tetiana Stawnychy, direttrice Caritas Ucraina

Tetiana Stawnychy, direttrice Caritas Ucraina

In Ucraina ci sono due Caritas: Caritas Ukraina, espressione della Chiesa greco-cattolica di rito bizantino e Caritas Spes, chiesa cattolica latina. Voglio cominciare con le parole di Tetiana Stawnychy, presidente di Caritas Ucraina:

“Nessuno in Ucraina si sente al sicuro. Anche qui a Leopoli la tensione sociale è fortissima e le sirene suonano almeno due volte al giorno. Come Caritas siamo preparati a dare assistenza in base ai diversi scenari che si potrebbero profilare con l’evolversi della situazione. Abbiamo i nostri punti di ristoro per le persone in transito. Chi ne ha bisogno può venire a prendere un pasto caldo o una bevanda calda, si può fermare per un po’ per riposare o anche solo per scaldarsi. Centinaia di migliaia di persone lasciano il Paese ma tantissimi decidono di rimanere qui, si stanno ricollocando alla ricerca di un posto più sicuro. Forniamo assistenza a tutti. È aiuto di emergenza, un responso immediato. Sono necessari anche aiuti di altro tipo e che dureranno a lungo. Il supporto psico-sociale ai bambini, per esempio, è importantissimo. Come Caritas siamo chiamati all’incontro, al servizio verso l’altro, ad essere un dono per l’altro. È la chiave della nostra presenza e del nostro fare. C’è una generosità infinita nella rete Caritas, sia attraverso le altre organizzazioni Caritas e resa ancora più tangibile anche attraverso la mobilitazione massiccia di volontari. È anche questo che ci da la forza l’uno con l’altro, è di grande ispirazione”.

Ecco alcune notizie della scorsa settimana: la maggior parte dei 36 uffici Caritas in Ucraina continuano a lavorare, anche gli uffici che sono stati chiusi a causa dei bombardamenti (a Kharkiv e a Volnovakha), continuano a portare assistenza. L’ufficio di Mariupol è stato evacuato a Zaporizhzhia, ma i cargo di aiuti umanitari vengono comunque inviati ad est, anche grazie ad un contatto costante con le antenne di sicurezza. Nell’ovest ci sono 8 centri Caritas di accoglienza per i rifugiati interni; a Dnipro, ultima città un po’ più sicura nell’est, c’è un centro che da alloggio alle persone che si stanno spostando da est a ovest, possono rimanere fino a tre notti. In questi centri si trovano letti, docce calde, cucine, ma anche pasti caldi, vengono distribuiti kit igienici e uno psicologo è sempre presente.

Padre Venceslao di Caritas Spes ci dice:

“Caritas Spes è da sempre molto impegnata nell’assistenza ai bambini orfani e alle madri sole. La guerra fa piangere tutti, donne, uomini e bambini. Noi siamo al sicuro nei sotterranei della chiesa, ma il passaggio e le scariche degli aerei sono comunque forti. Le ferite del cuore date dalla guerra non si rimargineranno mai. Al di là della perdita dei beni materiali che si potranno ricostruire, ci vorrà tantissimo tempo a guarire le sofferenze e le ferite più profonde. Caritas Spes da aiuto alle persone che sono rimaste in Ucraina, mettendo a disposizione alloggi temporanei sicuri ed assistenza a migliaia di persone in 5 città diverse. Abbiamo adesso una presenza anche a Varsavia grazie all’ospitalità della Caritas polacca. Questo punto di riferimento sarà importante nel caso la situazione dovesse peggiorare ulteriormente. In queste settimane questa presenza è preziosissima per aiutarci a fare arrivare in Ucraina gli aiuti materiali di cui c’è bisogno, visto che qui i supermercati sono praticamente vuoti. Occupandoci molto di infanzia e di bambini soli abbiamo aumentato le nostre capacità di accoglienza e il governo ci chiede aiuto su come fare ad evacuare in maniera sicura i loro centri, che sicuri non sono più. La guerra è come un brutto incubo che spacca la società. Dall’inizio della guerra Caritas Ucraina e Caritas Spes hanno insieme aiutato oltre 100.000 persone all’interno del Paese solo nel contesto degli aiuti umanitari”.

Come Caritas Europa siamo in contatto diretto con tutte le Caritas dei Paesi circostanti all’Ucraina: Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania e Moldavia. Il coordinamento della risposta verte sia per raccolte fondi sia per beni materiali: il più grande hub logistico è in Polonia (due magazzini coordinati dalle Caritas diocesane locali). I volontari locali sono migliaia, anche se al momento la gestione dei volontari da fuori è molto difficile.

L’ondata di solidarietà è stata bellissima, ed è giusto darle spazio, ma si deve cercare di coordinare al meglio le risposte per non vanificare gli aiuti, per questo le raccolte fondi sono preferibili. L’apertura delle proprie case, la condivisione delle competenze e del proprio tempo sono gesti di solidarietà che ci interrogano. I principi umanitari di neutralità, imparzialità, indipendenza e umanità impongono che la mano venga a tesa a tutte le persone che attraversano situazioni di bisogno. Senza distinzione: perché al centro c’è la dignità umana.

Concludo con altre parole di Tetiana Stawnychy:

È importante vivere con integrità nonostante i tempi difficili. Vedere quello che sta attraversando l’Ucraina è molto doloroso ma occorre concentrarsi su quello che è possibile fare: aiutare l’altro e aiutarsi l’un l’altro. E’ l’unica cosa che possa restituire un po’ di dignità e di equilibrio, e che da speranza. La missione di Caritas offre tanto alla società in questo senso ma non è solo Caritas. E’ tutta la società civile, tutti cercano di fare qualcosa per aiutare qualcun altro. Andremo avanti sempre ad operare qui in Ucraina, finchè potremo. Abbiamo una missione che è aiutare le persone in stato di bisogno.”

di Sivlia Sinibaldi (Ufficio Cooperazione internazionale e aiuti umanitari di Caritas Europa)

Conclusione del Cammino per la Pace in Ucraina (domenica 13 marzo).

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