Da oggi porte aperte alla Casa San Giuseppe

Dopo l’inaugurazione, in dicembre, alla presenza del Card. Konrad Krajewski, lunedì Casa San Giuseppe accoglierà i suoi primi ospiti.

Il progetto nasce nel 2019  quando la Parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice, in centro a Lodi, ha messo a disposizione della Diocesi il Convegno San Giuseppe, voluto dal Venerabile don Luigi Savaré, in passato luogo di ritrovo per gli anziani della città di Lodi che in questi spazi si incontravano per giocare a bocce o a carte. Come Diocesi la scelta fatta è stata di destinare questi spazi ai servizi per le persone senza fissa dimora o in grave stato di emarginazione, seguiti da anni dalla Caritas Lodigiana. A gennaio 2021 sono iniziati i lavori di ristrutturazione che hanno portato alla trasformazione del Convegno San Giuseppe in una Cittadella della Carità, denominata Casa San Giuseppe. La Casa San Giuseppe sarà composta da una pluralità di servizi che nel loro insieme andranno a formare una risposta unica, complessiva di quelle che sono i bisogni prioritari delle persone.

Per quanto riguarda il dormitorio la struttura è dotata di 5 stanze, per un totale di 30 letti. La zona dedicata al Centro Diurno, una grande sala comune arredata con tavoli e sedie, potrà essere abitata come uno spazio di incontro e condivisione; al contempo sarà sufficientemente ampia da permettere lo svolgimento di laboratori e attività. La presenza di una piccola cucina permetterà di continuare a distribuire la colazione. Costituire una “Cittadella della Carità” in cui il Centro Diurno e il Centro d’Ascolto siano situati a fianco del dormitorio permetterà agli ospiti che lavorano solo di notte di avere un letto in cui dormire durante il giorno. Il progetto prevede anche la creazione di un’infermeria, in cui si trasferirà il Centro di Diritto alla Salute.

Nel 2021 sono passate dal Centro d’ascolto 197 persone, prevalentemente uomini tra i 20 e i 40 anni che a vario titolo hanno utilizzato uno o più servizi messi a disposizione. Le maggiori problematiche riportate sono legate all’abitazione, alla mancanza di lavoro, salute e di documentazione per gli stranieri. La casa vuole offrire alle persone presenti sul territorio attenzione, ascolto e orientamento in risposta ai più variegati bisogni. Grazie all’ascolto individuale e a relazioni basate su verità e rispetto, si cerca di rispondere ai bisogni primari valorizzando le risorse di cui sono portatori gli utenti e attivando, quando opportuno, i servizi ad hoc presenti a Lodi. Il Centro di Ascolto si propone come “tempo” per l’elaborazione di specifici progetti di reinserimento sociale, d’informazione e di accompagnamento di persone in stato di grave marginalità.

Il Centro Diurno “Incroci” ha come finalità l’accoglienza diurna a bassa soglia per persone di passaggio o in condizione di marginalità e con problematiche sociali, economiche e di dipendenza. Il Centro mira a creare intorno alle persone una rete formale e informale di sostegno e appoggio per una possibile presa in carico delle stesse, offrendo un luogo di socializzazione, di aiuto e di sostegno.

Trova in questo modo compimento il percorso di ricollocamento dei servizi per la grave emarginazione al centro della città, intrapreso in occasione del Giubileo della Misericordia. In quell’occasione abbiamo deciso di spostare la mensa per i poveri, che si trovava presso la sede Caritas di San Giacomo, in uno dei locali del Seminario Vescovile, in centro città. Il trasferimento dei servizi in un’area più centrale permette di riportare sotto gli occhi della comunità un problema che è stato a lungo relegato ai suoi margini. La necessità di un trasferimento per il Centro Diurno e il Centro d’Ascolto è legata anche al numero sempre crescente di persone che accedono al Centro Diurno, oltre alla mancanza di spazi adatti a svolgere i laboratori professionalizzanti. La struttura che è stata inaugurata nel dicembre scorso, ora è pronta per essere abitata e da oggi lunedì 14 si apriranno le porte a tutte le persone che ne faranno richiesta.

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