Dai primi di dicembre prenderà il via anche a Lodi il progetto Avvocato di strada. Gli sportelli legali di Avvocato di strada sono legati all’”Associazione Avvocato di strada Onlus”, un’organizzazione di volontariato nata a Bologna alla fine del 2007, con l’obiettivo fondamentale di tutelare i diritti delle persone senza dimora. L’idea di occuparsi delle persone più bisognose è nata dalla necessità, sentita da più parti, di poter garantire un apporto giuridico qualificato a quei cittadini oggettivamente privati dei loro diritti fondamentali. Lo scopo di tale organizzazione di volontariato è infatti quella di favorire una crescita comune delle esperienze e condividere, attraverso il confronto di esperienze, un’idea comune sugli obiettivi e le modalità di intervento del progetto “Avvocato di strada”.
L’organizzazione dell’Associazione è caratterizzata dall’attività degli sportelli presso le sedi di “Avvocato di strada” presenti su tutto il territorio nazionale in ben 54 città. All’attività di sportello partecipano a rotazione Avvocati che forniscono gratuitamente consulenza e assistenza legale ai cittadini privi di dimora, oltre a volontari che si occupano della segreteria e della conduzione dell’ufficio. Altri Avvocati, inoltre, pur non partecipando direttamente all’attività dello sportello, danno la loro disponibilità a patrocinare gratuitamente uno o due casi l’anno riguardanti persone senza fissa dimora. Ad oggi in Italia collaborano con il progetto “Avvocato di strada” oltre 1000 avvocati, tra volontari degli sportelli già aperti e professionisti che si sono dichiarati disponibili a lavorare gratuitamente in caso di domiciliazioni nelle città in cui non è ancora aperta una sede.
In questi anni le caratteristiche e la quantità dei senza dimora hanno subito notevoli cambiamenti dovuti a molte cause, sia sociali che istituzionali, tra loro intrecciate: disgregazione delle comunità locali e famigliari, crisi economica, crisi del welfare di comunità, svuotamento forzato dai CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria per i cittadini stranieri richiedenti asilo) dentro ad un sistema di accoglienza senza sbocchi.
Anche aldilà e prima di questi “nuovi eventi”, da sempre le persone che si trovano senza una residenza certa subiscono una cancellazione che da anagrafica si fa sanitaria, giuridica, occupazionale, di riconoscimento ad esistere e risiedere in un luogo.
A Lodi, volendo considerare per semplicità espositiva il solo dato del servizio docce, che raccoglie nell’anonimato sia chi non ha letteralmente casa sia coloro che magari hanno un letto, ma non hanno gas, luce, strumenti di igiene quotidiana, ci possiamo fare un’idea del flusso crescente di persone in situazione di grave disagio (accessi alla docce: nel 2009 erano 4214, nel 2014 erano 7327 e nel 2018 sono stati 8695).
Le docce sono libere, aperte ad adulti di entrambi i sessi ed aprono dalle 17.30 alle 19: se consideriamo che una buona parte delle persone che ne avrebbero bisogno, in quell’orario lavorano o si stanno spostando per lavoro, capiamo che il servizio ne intercetta solo una piccola parte.
Gli ospiti accolti nei dormitori della città sono intorno ai 200 all’anno. Le persone ascoltate nel 2018 al centro d’ascolto il 1° Passo, dedicato ai senza dimora, si attesta sulle 500 persone. Stiamo dunque parlando di numeri importanti, non di poche unità o decine.
La stragrande maggioranza delle persone da noi incontrate arriva da percorsi di disgregazione sociale, graduale ed inesorabile, delle reti famigliari, voluta o subita, da percorsi di distacco, a volte volontario, spesso violento e traumatico, dai luoghi di nascita, sia in Italia che nel mondo.
Queste le problematiche giuridiche prevalenti che restano fino ad oggi senza tutela e risposta e rispetto a cui lo sportello Avvocato di strada potrebbe contribuire a dare risposte:
1. Mancanza di residenza (Carte di identità) o ospitalità con rilevanti conseguenze in ambito:
a. Sanitario;
b. Lavorativo;
c. Lavoro nero;
d. Controllo del territorio e sicurezza;
e. Casa;
f. Rinnovo permessi di soggiorno;
g. Reperibilità e elezione di domicilio per tutelare propri diritti;
h. Impossibilità di fare denunce o presentarsi a qualsiasi servizio privato o pubblico;
2. Conflittualità di famiglia, separazioni o allontanamenti coatti.
3. Tutela dei diritti fondamentali in tema di lavoro.
4. Tutela del patrimonio verso famigliari o ex datori di lavoro.
5. Dipendenze e reati connessi:
a. Furti, violenze;
b. Dilapidazione proprio patrimonio e di famiglia;
6. Contenzioso per salute.
7. Messe alla prova anche su “persone senza dimora”.
A Lodi sono 14 gli Avvocati che hanno aderito al progetto, a turno saranno disponibili presso gli spazi della Caritas Lodigiana in via San Giacomo, 15.
A dicembre il 1° e il 3° venerdì del mese, ore 15-18.
A gennaio il 2° e il 4° del mese, ore 15-18.
ilCittadino_07/11/2019_Raffaella Bianchi
Corriere della Sera_Milano_17/11/2019_Francesco Gastaldi
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