A volte mi capita di soffermarmi sul senso del Per Te Mi Spendo. Quasi ogni volta accade in risposta alle domande che mi vengono poste o alle opinioni che sento che altri hanno circa l’iniziativa. La maggioranza, soprattutto se non sono volontari Caritas, è convinta che lo scopo sia unicamente la raccolta di generi alimentari, che chiaramente per noi è (e sempre sarà) un prezioso aiuto e un enorme sostegno per la nostra rete, ma non è la ragione per cui l’iniziativa è nata. Ripensandoci basterebbe tornare all’essenza, il nome della raccolta: Per TE Mi Spendo. Si tratta infatti di un’iniziativa di animazione pastorale per cui alcune persone si mettono a Servizio per il benessere di altre.
La cosa più bella è che, queste iniziative nello specifico, ci consentono di coinvolgere anche i giovani e giovanissimi che, essendo minorenni, non possono ancora sperimentarsi in servizi di prossimità; ma quel giorno, vivendo l’esperienza in prima persona, pongono i primi e fruttuosi semi della loro esperienza di Servizio. Ogni anno infatti assistiamo, in mezzo a un po’ di indifferenza tra coloro che non volendo aderire all’iniziativa sfilano i volontari senza nemmeno guardarli, a bellissimi esempi di testimonianza. Come quella del signore anziano che, stupito di fronte all’entusiasmo con cui la volontaria presente in turno l’ha accolto vedendo che nella borsa era presente del latte (uno dei prodotti di cui avessimo più bisogno), ha deciso di far una seconda donazione: una borsa piena solo di litri di latte. O come la giovane coppia che faceva la spesa per sé e ha lasciato una ricca borsa di prodotti acquistati per noi. Consegnando la borsa lei mi si è avvicinata chiedendo se fossi una volontaria e come potesse fare per donare anche lei il proprio tempo a Caritas. Forse vedendomi ha immaginato sé stessa al posto mio, e chissà, magari in Quaresima sarà proprio lei a spiegare l’iniziativa nella sua nuova maglietta Caritas.
Oppure la testimonianza di Marta, una ragazza di 17 anni in turno con la Parrocchia di San Lorenzo di Lodi. Sono io a dar loro il cambio e in questo turno sono sola. Tiziana, la Catechista che accompagna il gruppo, si preoccupa subito di come possa dare i volantini dell’iniziativa e ricevere al contempo le donazioni di chi esce dalle casse, ma mi dice di non potersi fermare perché nel pomeriggio deve fare la nonna. Mentre le dico che fa bene a godersi il suo nipotino interviene Marta con un generoso “Resto io”. Mi stupisco e le chiedo se sia sicura di non voler andare a casa che magari i suoi genitori la aspettano per il pranzo (sono le 13.00 quando le raggiungo) e lei mi conferma di voler rimanere “Almeno un’oretta resto. Vado via alle 14.00”. Il suo gesto, che mi ha scaldato il cuore, è stato di grande aiuto. Mi permette di rimanere sola solo quando il flusso di persone è già calato molto, perché in pochi fanno spesa durante la pausa pranzo.
Infine la gioia di chi grazie alla raccolta ha potuto rincontrarsi. Normalmente alle raccolte alimentari aderiscono, come volontari, gruppi consolidati (classi di catechesi, volontari Parrocchiali, gruppi Scout, etc…) ma da sempre diamo la possibilità di iscriversi anche come singoli. Proprio quello che fanno Ebe e Irene, la prima una volontaria della Parrocchia di S. Lorenzo per me storica (perché sono tanti anni che collaboriamo) la seconda invece, già volontaria all’emporio di Lodi, che mi contatta su suggerimento di un altro volontario per aderire alla raccolta per la prima volta. Le ho inserite insieme sullo stesso turno e, contattandole alcuni giorni prima della raccolta, scopro che sono state felici di vedersi insieme perchè si conoscono da quando erano giovani e non si sentivano da tanti anni.
La scelta di donarsi ha fatto un dono anche a loro: si sono ritrovate dopo tanto tempo. Questi sono solo alcune delle cose belle che posso raccontare di una raccolta alimentare, molte accadono addirittura prima che la raccolta cominci. In particolare quando sabato 4 invio una mail di SOS perché a una settimana esatta dalla raccolta ho ben 13 turni scoperti e 4 in forse. Turni da 2 ore ciascuno in 6 diversi supermercati sparsi per tutto il territorio Diocesano. Chi mi conosce sa quanto possa agitarmi per una cosa del genere. Sono stata sommersa per tutto il weekend dalle disponibilità. Sono intervenuti in mio soccorso 2 gruppi Scout – il Masci (che già collabora con noi per il servizio di abiti del Centro San Bassiano) e la catechesi dei lupetti del gruppo Agesci Lodi 1-, la Casa di Accoglienza Il Battello che ha portato i ragazzi e ha coperto 2 turni con loro, oltre che tutti i volontari Parrocchiali, gruppi di giovani e sacerdoti che si sono uniti ai volontari che già avevano dato la propria disponibilità. Il martedì (giorno in cui rientro in ufficio) mi rimanevano solo 2 turni da coprire… quando si dice che l’unione fa la forza!
È questo che mi piacerebbe potesse arrivare a chi sente parlare di raccolta alimentare. Un’enorme ondata di amore per il prossimo, un tendere la mano verso chi chiede aiuto, qualsiasi aiuto, anche un appello per la copertura turni che, sicuramente rispetto alla ragione per cui si raccoglie sarà banale, ma che mi ha fatto sentire davvero la spinta e la generosità che muove chi scegli di aderire a questi momenti. La scelta di donarsi per il prossimo, di sensibilizzare verso i più fragili chi, magari preso dalla frenesia della vita, semplicemente non si è mai fermato a riflettere; un’occasione di sperimentarsi come gruppo e consolidare il proprio legame. Insomma… non credo di poter trovare le parole per descrivere davvero cosa sia in realtà… È un’esperienza tutta da vivere!
di Erica Galletta
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