In punta di piedi

28 Maggio 2024

In punta di piedi un titolo che probabilmente ha colpito. Ha colpito forse per la delicatezza a cui rimanda. Uno stile di relazione che vogliamo sempre più far nostro.
Anche l’intervento di apertura del Vescovo e quello in chiusura di don Vincenzo sono andati in questa direzione: riflettere sulla nostra posizione, di operatori e volontari, rispetto a chi cade, a chi è fragile – senza mai dimenticare che la fragilità abita tutti e che nessuna debolezza deve mai stupire. C’è un principio di reciprocità da invocare, dobbiamo far nostra l’umile convinzione che anche noi abbiamo qualcosa da ricevere. Convertirsi al dono non è così scontato, s’ impara in punta di piedi.

Solo entrando nella carità, abitandola con stile, possiamo essere testimoni ogni giorno, di quella testimonianza umanizzante che è faro anche per le nuove generazioni. La carità come punto di partenza e di arrivo. E se di stile vogliamo parlare, non possiamo tralasciare la capacità di adeguare il passo, che per noi si traduce in capacità di lavorare assieme, di confronto, di fare sintesi oltre i vari egocentrismo/personalismi/decisionismi e tutti gli –ismi del caso. Ci vengono in aiuto gioia e umorismo, sopportazione, pazienza e mitezza ma anche audacia e passione.

Lo stile della prossimità in punta di piedi invoca straordinaria pazienza che educa, che promuove, che attende, che ascolta, che riconosce nella fragilità un fattore comune, su cui investire per un cammino d’aiuto veramente condiviso.

Caritas parrocchiali

Questo è anche lo stile che come Caritas Diocesana ci siamo immaginati per il lavoro con i territori e a maggior ragione con le persone che a noi si rivolgono. Ci stiamo interrogando su che Caritas vogliamo essere: sicuramente, in ascolto e capace di rispondere alla complessità che abbiamo davanti, complessità che va compresa e questo incontro è solo il primo passo di una prima restituzione che vede coinvolte le 59 Caritas parrocchiali in un percorso di incontro e conoscenza che coniuga organizzazione, capacità di ascolto e risposta, nonché aspettative e obiettivi per il futuro. Una Caritas capace di porre domande, oltre che dare risposte.

Il Convegno è anche stata l’occasione per ringraziare e rendere merito per quanta determinazione e pazienza i volontari mettono in campo, nonostante le difficoltà, e spesso anche la solitudine. Spesso la loro è una presenza silente che rende più umana e attenta la comunità in cui viviamo. Di tutta la ricchezza incontrata e raccolta, di questi primi 33 incontri (Caritas parrocchiali dei vicariati di Lodi, Spino/Paullo e Casale) si sono ricondivisi alcuni punti di attenzione e come si configura la situazione rispetto a queste voci: equipe come metodo di lavoro condiviso; stile di accompagnamento; la capacità di lettura dei bisogni e le risposte.

Per concludere, la restituzione delle aspettative che le Caritas hanno nei confronti della Caritas diocesana, quindi di alcune possibili proposte per il prossimo anno pastorale: continuerà l’ascolto dei territori; ragioneremo su come dare supporto ai centri di ascolto per meglio affrontare i casi complessi seguiti; la proposta di incontri tematici ad iscrizione e calendarizzati durante l’anno. Questi i temi da esplorare:

  1. Come affrontare la cronicità e come accompagnarla;
  2. Politiche attive del lavoro;
  3. Misure di welfare 2025;
  4. La valenza educativa del no;
  5. Il lavoro in rete con i servizi sociali;
  6. Formazione OSPOweb;
  7. Approccio unidirezionale e approccio relazionale.

Per completare il quadro di questa analisi, nei prossimi mesi si proseguirà con gli altri vicariati rimanenti (Codogno, S. Angelo e S. Martinio/Lodivecchio).

E a proposito di stile…senza nemmeno troppo volerlo, c’è stato un filo rosso sotteso alla mattinata, condotto dall’arte; tre quadri che tracciano e accendono una rete di senso: l’abbraccio tra cielo e terra nel crocifisso di Salvador Dalì, un cammino provato che trova luce in una prossimità inattesa in Emmaus di Janet Brooks-Gerloff e, nella gestualità ordinaria, l’operosità curiosa della domestica di Velazquez. L’arte sempre ci sorprende per bellezza, immediatezza e lucidità.

di Chiara Galmozzi

 

Materiali

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