CHIUDIAMO LA FORBICE è la campagna che una rete di realtà italiane ha promosso come impegno di trasformazione delle nostre società. Come Caritas Diocesana, insieme al Centro Missionario e l’Ufficio Migrantes cogliamo l’invito a costituire il nostro anno pastorale a partire da questa attenzione. Si tratta di un’attenzione che vuole consegnarci una lotta: diventare strumenti di Dio per la liberazione (cfr. Evangelii Gaudium, 187), nell’ascolto del grido dei poveri (Messaggio di Papa Francesco per la II Giornata Mondiale del Poveri).
La liberazione vuole toccare diversi ambiti: produzione e consumo del cibo, pace e conflitti, mobilità umana e accoglienza, rispetto all’ambiente ed ecologia integrale, debito dei paesi e speculazione finanziaria. Sono questi gli ambiti dove crescono le ingiustizie che acuiscono lo scandalo delle diseguaglianze. Si tratta di uno scandalo che le nostre società del benessere e del capitalismo selvaggio sono incapaci di colmare, ma piuttosto tendono ad accrescere. Ma ciò che diventa sempre più grave è che crescono non solo le diseguaglianze, ma anche chi invita i poveri a tacere, additandoli come portatrici di insicurezza e instabilità (cfr. Messaggio di Papa Francesco per la II Giornata Mondiale del Poveri).
Chiudere le forbici delle diseguaglianze significa dunque ripartire dall’ascolto del povero, espressione di un’attenzione d’amore che onora l’altro in quanto persona e cerca il suo bene. Per noi cristiani si tratta di radicarsi maggiormente nella vita di Cristo, perché possiamo ricevere da lui il dono di una carità che si fa liberatrice. Esige per tutti l’adozione di stili di vita che si facciano attenti all’altro e alla terra che abitiamo. Si concretizza in azioni che sappiano incidere culturalmente perché “l’indifferenza non prevalga sul riconoscimento che l’ingiustizia subita dall’altro chiede una risposta e la disuguaglianza colmata”.
Chiudere le forbici delle diseguaglianze è l’impegno culturale e pastorale che vogliamo promuovere perché le nostre comunità ecclesiali diventino strumenti di un regno in cui la fraternità universale diventi valore che guida scelte e azioni.
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