20 novembre 2016 – È stato recentemente pubblicato – a cura della Delegazione Caritas Regione Lombardia – il dossier “Abito dunque sono: riflessioni e buone prassi sull’abitare”, le risposte più creative al problema casa sperimentate dalle Caritas nelle 10 Diocesi lombarde. Il report – che fa parte della collana “I Quaderni della Delegazione Lombardia – è a cura del gruppo regionale degli Osservatori delle Povertà e delle Risorse.
La casa è un problema grave in tutte le diocesi lombarde reso ancora più acuto dalla crisi economica. Ciò ha spinto le Caritas a sperimentare negli ultimi anni varie e creative forme di aiuto. Ma una risposta risolutiva non può che venire da un grande intervento sotto la regia degli enti pubblici, senza deleghe deresponsabilizzanti e pilatesche. È quanto emerge dal Rapporto delle Caritas Lombarde, presentato recentemente a Milano: “Abito dunque sono: riflessioni e buone prassi sull’abitare”, che delinea la situazione anche nella nostra realtà.
A Milano, tra le 14.714 persone incontrate nei centri di ascolto della Diocesi, il 15,8% presentava problemi legati all’abitazione: si tratta di 2.329 persone, di cui 1.413 incontrate da centri Caritas della solo capoluogo.
A Brescia sono stati eseguiti 582 sfratti nel 2015 contro gli 802 del 2014 (-27%), ma questo non indica che la situazione abitativa non sia più problematica, infatti il numero delle richieste di esecuzione degli sfratti convalidati è in aumento e restano aperte le questioni molto delicate come quelle della morosità incolpevole, dei mutui che le famiglie non riescono più a portate avanti, dei pignoramenti immobiliari e dell’assenza di vere politiche abitative per l’edilizia residenziale pubblica. La situazione abitativa a Brescia si conferma, quindi, particolarmente grave (il numero degli sfratti convalidati nella Provincia di Brescia è di gran lunga superiore a quello di città come Bologna, Firenze e Genova).
A Bergamo dai 130 sfratti esecutivi annui del 2008 nella Provincia orobica si è giunti ad oltre 500 (tra 497 e 535) esecuzioni nel 2014 e a 605 su una richiesta di 2.651 nel 2015. Solo nei primi quattro mesi del 2016 gli sfratti esecutivi sono già stati 108 su una richiesta di 1.010.
Non va meglio nelle diocesi più piccole: a Mantova 300 sfratti solo nella città capoluogo, a Vigevano la percentuale delle famiglie sfrattate per morosità incolpevole è cresciuta del 25% in 5 anni; a Cremona il solo centro d’ascolto diocesano ha erogato sussidi per l’affatto per oltre 53mila euro in un anno; a Como le esecuzioni di sfratti sono passati da 341 nel 2011 a 410 nel 2015; a Lodi lo scorso anno non è stato pubblicato il bando per l’assegnazione di case popolari per mancanza di disponibilità.
«Partendo da queste considerazioni e dalla consapevolezza di come la crisi economica abbia posto e ponga alcune famiglie nella condizione di esclusione abitativa, le diocesi di Lombardia, attraverso le Caritas, hanno generato, secondo la fantasia della carità come la chiamava Giovanni Paolo II, risposte diversificate al bisogno abitativo: in alcune diocesi tali pratiche di prossimità si sono tradotte in progetti di sostegno attraverso il pagamento delle utenze e delle spese condominiali; in altre in fondi per l’erogazione di contributi economici per alleviare le situazioni di morosità incolpevole nel pagamento degli affitti, secondo criteri e logiche di welfare partecipato e comunitario; in altre ancora nella messa a disposizione di alloggi temporanei per dare casa a quelle famiglie che si sono trovate per strada», sostiene don Claudio Visconti, delegato regionale delle Caritas della Lombardia.
Il testo illustra le migliori prassi sviluppate dalle 10 Caritas Lombarde.
(Fonte: Caritas Italiana)
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