Gaza | “Testimoni di storie dolorose ma piene di speranza”

Accogliamo “con favore l’annuncio del cessate il fuoco a Gaza, che mira a porre fine alle ostilità a Gaza, alla restituzione degli ostaggi israeliani e alla liberazione dei prigionieri palestinesi”. Lo scrivono in un comunicato gli Ordinari cattolici di Terra Santa. “Speriamo che questo cessate il fuoco segni in modo importante la fine della violenza che ha causato sofferenze incalcolabili. Si tratta di un passo necessario per fermare la distruzione e soddisfare i bisogni umanitari urgenti di innumerevoli famiglie colpite dal conflitto”.

Dopo l’annuncio dell’accordo raggiunto interviene anche il segretario generale di Caritas Gerusalemme Anton Asfar. “In primo luogo”, dice, “permettetemi di affermare che il cessate il fuoco a Gaza non è solo la fine di una fase sanguinosa, ma un’opportunità per salvare vite umane e ripristinare la dignità umana che è stata quasi schiacciata sotto gli orrori della guerra. Alla Caritas di Gerusalemme vediamo questo giorno come un nuovo inizio, ma sappiamo che la strada per raggiungere una pace reale e duratura è lunga”.

Anton Asfar

Per tutta la durata della guerra Caritas Gerusalemme è stata presente in ogni parte della Striscia di Gaza, condividendo le sorti della popolazione. “In ogni punto medico che abbiamo creato, in ogni paziente che abbiamo curato, in ogni famiglia che abbiamo sostenuto – emotivamente, moralmente e materialmente – abbiamo portato un chiaro messaggio umanitario: l’umanità prima di tutto, indipendentemente dalla religione o dall’appartenenza”.

Continua Asfar: “La guerra ha distrutto ospedali, case e scuole, oltre a parti della nostra sede principale a Gaza, ma non è riuscita a distruggere lo spirito dei suoi abitanti. Abbiamo visto uomini, donne e bambini di Gaza lottare per sopravvivere e abbiamo trovato nei loro cuori un coraggio e una fede che ispirano il mondo. In ogni punto medico che abbiamo allestito, siamo stati testimoni di storie umane dolorose ma piene di speranza”.

Un lavoro che non si è limitato alle cure fisiche. “Eravamo lì per sostenere la mente e l’anima, per ricordare agli abitanti di Gaza che non sono soli e che l’umanità è ancora viva”. Ora, “in collaborazione con i nostri partner locali e internazionali, continueremo a lavorare instancabilmente alla ricostruzione di Gaza. E con questo non intendo solo ricostruire gli edifici, ma anche ricostruire l’essere umano, preservando la sua dignità e dandogli la possibilità di vivere la vita che merita”.

Infine l’invito alla comunità internazionale “ad assumersi le proprie responsabilità, non solo per porre fine alla guerra, ma anche per garantire che non si ripeta. Alla nostra gente di Gaza dico: Voi siete la speranza, siete la luce che non si spegnerà mai”.

In conclusione un auspicio da condividere, oltre le parole: “Insieme, possiamo fare di questo cessate il fuoco un vero inizio per una pace duratura e per la giustizia che tutti cerchiamo”.

fonte: Caritas Italiana

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