Fonte: Caritas Ambrosiana.
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“Il mio pensiero va, in questo momento, alle popolazioni dell’Indonesia, colpite da violente calamità naturali, che hanno causato gravi perdite in vite umane, numerosi dispersi e senzatetto e ingenti danni materiali”. Al termine della preghiera dell’Angelus il Papa ha rivolto la sua attenzione alle vittime del violento Tsunami che ha devastato le coste dell’Indonesia attorno allo stretto di Sonda, tra le grandi isole di Giava e Sumatra, provocando oltre 220 morti, più di 800 feriti e una trentina di dispersi”.
Papa Francesco ha quindi invitato tutti ad unirsi nella preghiera per le vittime e i loro cari e si è detto “spiritualmente vicino agli sfollati e a tutte le persone provate, implorando da Dio sollievo nella loro sofferenza”. “Faccio appello – ha detto ancora – perché non manchi a questi fratelli e sorelle la nostra solidarietà e il sostegno della Comunità Internazionale”.
Da Caritas Indonesia un appello alla solidarietà.
Maggiori informazioni giungono dall’Indonesia dopo lo Tsunami che il 22 dicembre ha colpito la zona intorno allo stretto di Sunda tra le isola di Giava e Sumatra, provocato dal rafforzamento dell’eruzione del vulcano Anak Krakatoa. Il vulcano continua comunque le sue forti eruzioni, creando paura nelle zone già devastate. Lo tsunami ha colpito la zona di Anyer sull’isola di Giava dove opera la diocesi di Bogor e la zona di Lampung sull’isola di Sumatra dove opera la diocesi di Tanjung Karang.
Il bilancio delle vittime e dei danni continua a salire di ora in ora. Caritas Indonesia e la rete indonesiana delle Caritas sono al lavoro.
“È vero, come di è detto in queste ore, che la logistica in queste 2 zone è abbastanza buona, ma in questa fase di emergenza non è facile comunicare con le Caritas locali. La Caritas di Tanjung Karang a Sumatra – dice Yohannes Baskoro, responsabile dell’attività di Caritas Indonesia – sta già distribuendo cibo ai sopravvissuti: sono già in distribuzione grazie ai volontari 700 pacchi, ci cui 500 nella zona dell’ospedale della città di Lampung e 200 nel distretto di Kalianda. Il giorno di Natale altri mille pacchi di cibo saranno distribuiti”.
Nell’isola di Giava sono già sul campo i volontari della diocesi di Jakarta con un veicolo partito dalla capitale. La diocesi di Bogor ha fatto incontri di coordinamento nelle parrocchie di Rangkas Bitung, dove è già cominciata la distribuzione di cibo in coordinamento con le suore francescane, e a Serang, dove a Natale verranno distribuiti i primi aiuti. Su tutta l’area colpita stanno raccogliendo dati e sono pronti a portare generi di prima necessità. “Da Caritas Indonesia – aggiunge Baskoro – stiamo preparando un team di aiuto e coordiniamo l’invio dei volontari Caritas dalle altre zone”.
“In questi mesi abbiamo avuto già molte emergenze qui in Indonesia – sottolinea padre Ignatius Swasono, direttore ad interim di Caritas Indonesia – e questa, alla vigilia del Natale, ha colpito di notte sorprendendo tutti e non lasciando scampo. I nostri team sono già sul campo a raccogliere le informazioni che ci aiuteranno ad organizzare i nostri aiuti. Le prime distribuzioni di cibo e di generi di prima necessità sono già in corso.
I morti sono molti, come dice il governo, ma per ora non possiamo confermare i dati. Caritas Indonesia sta coordinando l’intervento e porremo la sede dei nostri interventi nelle 3 parrocchie della zona di Cilegon, sull’isola di Giava. Facciamo appello a tutti gli uomini e le donne di buona volontà in Italia per aiutarci ancora una volta in questo momento di sconforto e paura perché il Natale del Signore possa portare speranza alle popolazioni colpite”. Padre Swasono aggiunge: “molti volontari stanno già lavorando e andando verso l’area dello Tsunami. Da ieri l’ospedale cattolico di Cilegon Serang è aperto, a servizio delle comunità, per tutte le persone che hanno bisogno di aiuto”.
Caritas Ambrosiana nel 2018 ha già destinato 55.000€ a Caritas Indonesia-Karina, rispondendo tempestivamente agli appelli di emergenza che per supportare le Caritas Diocesane locali colpite da un terremoto a Lombok nel mese di agosto e da uno tsunami che a settembre ha devastato la regione del Sulawesi causando migliaia di vittime.
E’ possibile sostenere gli interventi del network Caritas con le modalità che trovi in fondo alla pagina.
Venerdi 27 settembre un terremoto del 7.4 della scala Richter ha colpito la regione del Sulawesi in Indonesia, in particolare le zone di Palu, Manuju e Donggala. ll sisma, avvenuto in più aree, ha anche innescato uno tsunami che ha colpito le coste con onde alte fino a 6 metri. Le scosse sono poi continuate durante la notte (più di 30 volte), non permettendo agli sfollati di rientrare nelle loro case e lasciandoli completamente al buio e senza contatti telefonici o di internet. È stato un terremoto più forte di quello avvenuto due mesi fa sull’isola di Lombok.
Non si conosce ancora il vero impatto e i danni subiti dagli oltre 800 villaggi colpiti. Gli ultimi dati parlano di circa 400 morti solo a Palu, ma non si hanno ancora dati ufficiali da Donggala.
Caritas Indonesia-Karina ha subito attivato un sistema di informazione nel Paese. Le Caritas locali delle diocesi di Manado e Makassar (le più vicine al disastro) hanno immediatamente inviato team di emergenza. che in queste ore stanno arrivando tra molte difficoltà nelle zone colpite. «Stiamo cercando di avere maggiori informazioni – dice padre Banu Kurnianto, direttore di Caritas Indonesia – e non è facile. Anche il governo locale sta ancora raccogliendo dati per garantire l’intervento di emergenza e chiede l’aiuto di tutte le organizzazioni. Noi siamo pronti ad inviare anche dalle diocesi vicine aiuti e volontari, come per le altre emergenze. Ma finora si sa veramente poco. Non riusciamo a contattare le parrocchie della zona in quanto corrente e telefono non funzionano. L’impatto è stato forte. Temo che ci sarà un drammatico incremento dei morti. Dei danni materiali non sappiamo ancora nulla».
Caritas Italiana sta seguendo l’evoluzione dell’emergenza in coordinamento con Caritas Indonesia con cui collabora direttamente da più di 15 anni nel supporto alle numerose emergenze naturali che colpiscono ogni anno il paese (alluvioni, terremoti, incendi), ma anche in molti progetti di sviluppo per il rafforzamento della resilienza delle comunità locali. Ha espresso vicinanza alla popolazione colpita e stanziato 100.000 euro per i bisogni più urgenti.
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