Sabato 9 aprile i giovani della diocesi sono invitati a partecipare ad una celebrazione penitenziale – organizzata dall’Ufficio Pastorale Giovanile – in preparazione alla Pasqua insieme al vescovo Maurizio. Al termine della celebrazione sarà possibile visitare nel cortile settecentesco della curia un’esposizione delle opere di Uğur Gallenkuş (@ugurgallen).
«Viviamo in una società globale e i media continuano a dirci che ci siamo dentro tutti insieme. Apparentemente siamo consapevoli della miseria e della sofferenza intorno a noi, ma sembra che accada sempre da qualche altra parte. Sembra che possiamo semplicemente mettere mi piace a una foto sui nostri social e la situazione si risolverà da sola», Uğur Gallenkuş
Uğur Gallenkuş giovane ragazzo turco laureato in economia e commercio all’Università di Anadolu in Turchia, a seguito della pubblicazione della fotografia di un ragazzo siriano morto annegato nelle acque del Mediterraneo, percepisce l’estremo (impellente) bisogno di dare un volto umano al conflitto in Siria. Studente autodidatta di design, realizza opere d’arte digitale dall’unione ibrida e spezzata di fotografie provenienti da riviste occidentali e da servizi di reporter inviati di guerra, per sottolineare le gravi differenze tra paesi dilaniati dalla guerra e società privilegiate e pacifiche.
La realtà rappresentata da Gallenkuş è una realtà ferita dall’enorme contrasto di due mondi diversi e distanti che sembrano ricongiungersi solo nelle sue opere: da una parte il benessere e l’opulenza del capitalismo occidentale, dall’altra la povertà e la sofferenza generate dai conflitti armati orientali. In ogni scena, il benessere viene affiancato ad immagini accuratamente abbinate, che immortalano il dramma dei conflitti e della povertà. Questo ci deve far riflettere su cosa davvero occupi la nostra attenzione la maggior parte del tempo: cosa importa agli Occidentali? L’artista spiega le motivazioni che lo portano a realizzare il suo lavoro così:
“Se vogliamo vivere in pace e in armonia, dobbiamo avere una sana conoscenza ed empatia. Informazioni sbagliate e parziali e l’odio rendono questi problemi ancora più gravi.”
La mostra – grazie alla collaborazione con la Galleria La Nica – non è solo di passaggio a Lodi, ma rimarrà a disposizione di Caritas quindi della Diocesi di Lodi.
Per organizzare la mostra anche nel tuo oratorio, scuola o spazio associativo basta scriverci: youngcaritas@diocesi.lodi.it
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