Dama africana!

8 Maggio 2023

Mi chiamo Marco e sto svolgendo l’anno di servizio civile presso la Casa San Giuseppe, gestita dalla Caritas, dove alloggiano ospiti provenienti da varie nazioni.

In questi mesi ho notato spesso persone provenienti dall’Africa cimentarsi in un gioco simile alla dama, sfidandosi in avvincenti partite, seguite da un vasto pubblico di tifosi, che suscitano sempre un grande interesse.

In una serata di giochi da tavolo organizzata dal gruppo youngCaritas, parlando con gli ospiti, mi sono reso conto che, oltre ad avere regole diverse, il gioco da loro praticato richiede  una scacchiera più grande di quella che utilizzata in Italia, cosa che rendeva difficile giocare alla tradizionale dama africana. In effetti, parlandone con i colleghi, ho scoperto che spesso, per poter giocare su una scacchiera adatta, venivano attaccati dei pezzi di cartone alle normali scacchiere per farle assomigliare a quelle per loro usuali, che in Italia sono difficilmente reperibili.

Io sono anche un capo scout, un ambiente dove ai ragazzi vengono trasmessi dei valori educativi, come ad esempio l’apertura agli altri, anche attraverso il gioco e la capacità manuale.

Mi è sembrato abbastanza naturale quindi far convergere questi due mondi, chiedendo a dei ragazzi scout, una “squadriglia” del gruppo Agesci Lodi 2, di progettare e costruire insieme agli ospiti della Casa S. Giuseppe  una scacchiera di dimensione adeguate per la dama africana.

Questo avrebbe permesso, al di là di risolvere il problema pratico, di costruire un’occasione di incontro che desse la possibilità ai ragazzi del gruppo scout e agli ospiti della Casa San Giuseppe, partendo dalle loro spiegazioni sulle regole di questo gioco così popolare nel continente africano, di parlarsi e conoscersi.

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Il tutto si è concretizzato in un pomeriggio dove i ragazzi scout e gli ospiti africani hanno fisicamente costruito insieme la dama e successivamente, imparate le regole, giocato insieme.

Credo che questa occasione, molto arricchente per tutti, sia stato  un modo per gli ospiti di diventare  protagonisti e letteralmente di “mettersi in gioco”, testimoniando la loro appartenenza e cultura insegnando ad altri un gioco tradizionale a loro caro.

Veder giocare insieme ospiti e ragazzi nella casa san Giuseppe mi ha poi ricordato le storie che mi raccontava mio nonno sul Convegno San Giuseppe, che sorgeva dove ora c’è la Casa della Caritas, in cui suo papà, il mio bisnonno,  andava sempre per trovare i suoi amici,  giocare a carte e divertirsi. Mi è sembrato che, pur con scopi e modalità differenti questo spirito di luogo d’incontro sia ancora più che vivo .

Magari in prospettiva si potrebbe pensare di tenere a Casa San Giuseppe  un vero e proprio  “circolo della dama” con tanto di  tornei aperto alla cittadinanza, riproponendo l’antico scopo che aveva il Convegno,  luogo di ritrovo e di svago dove divertirsi e stare insieme, in cui gli ospiti possano sentirsi realmente parte di una comunità.

articolo di Marco Chiodaroli, foto di Angela e Daniele

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