“Alla guerra non ci si abitua. Dapprima sconvolge, poi confonde, stanca, toglie le forze, soffoca, esaspera. In questo momento difficile, c’è un grande bisogno di unità, sostegno, abbiamo bisogno di sentire che non siamo soli, che l’umanità è una grande famiglia e che il Signore è vicino e vede il sonno inquieto degli uomini, la preoccupazione delle madri, ascolta le preghiere degli anziani e il Suo cuore palpita all’unisono con i nostri cuori”, don Vyacheslav Grynevych, direttore della Caritas-Spes Ucraina.
La preghiera è la principale, ma non l’unica azione promossa in questo drammatico frangente della storia d’Europa. Il conflitto in Ucraina, con le sue pesanti conseguenze umanitarie, vede infatti mobilitata l’intera rete internazionale Caritas. Nel paese coinvolto dai combattimenti, Caritas Ucraina (espressione della Chiesa greco-cattolica di rito bizantino) e Caritas Spes (espressione della Chiesa cattolica latina) stanno cercando di soccorrere la popolazione facendo leva sulla capillare rete di centri di servizio cui avevano dato vita nel tempo; nei paesi di confine, le rispettive Caritas nazionali e le loro articolazioni diocesane e territoriali stanno accogliendo e aiutando le migliaia di persone, in prevalenza donne e bambini, usciti dai confini dell’Ucraina.
La confederazione Caritas Internationalis coordina gli aiuti provenienti da tutto il mondo; anche Caritas Italiana e Caritas Lodigiana stanno facendo la loro parte, raccogliendo fondi a sostegno delle azioni condotte dalle organizzazioni sorelle.
In Ucraina, in particolare, le attività sono in atto in 19 centri, sparsi nell’intero paese e nei quali vengono erogati beni d’urgenza, pasti, docce, indumenti, forniture igieniche, ma anche supporto psico-sociale e servizi di trasporto per raggiungere amici e parenti. Inoltre, grande cura viene prestata ai minori ospitati in 22 case-famiglia o raggiunti negli orfanotrofi pubblici; la rete Caritas ha allestito anche 5 Child Friendly Spaces, strutture aggiuntive, nell’ovest del paese, per accogliere, accudire ed educare minori in fuga a causa della guerra.
Le Caritas di Polonia, Moldova e Romania sono in prima fila nell’organizzazione dell’accoglienza dei rifugiati. I flussi sono composti soprattutto da donne, bambini e anziani; al fine di ospitare i profughi, nella Repubblica di Moldova la Caritas ha aperto 3 centri per 500 posti letto, in Polonia le Caritas diocesane hanno messo a disposizione 2.500 posti letto e attivato volontari per sostenere le famiglie accolte nei centri predisposti dalle autorità pubbliche. Vicinanza e solidarietà sono espresse anche a quanti sono dovuti scappare in Russia, nella regione di Rostov, che negli anni avevano ricevuto il sostegno della Caritas diocesana locale e di Caritas Italiana.
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Sul versante dell’accoglienza dei profughi pervenuti o che perverranno in Italia (sinora pochissimi casi, attraverso canali non istituzionali, presso parenti già presenti nel nostro paese), Caritas Lodigiana sta raccogliendo dal territorio disponibilità per dare vita – qualora se ne palesi la necessità – a una rete di accoglienze diffuse in appartamenti, spazi parrocchiali, locali appartenenti a istituti religiosi o a privati cittadini. Segnalazioni di spazi per l’accoglienza possono essere effettuate all’indirizzo caritas@diocesi.lodi.it.
Alle Caritas parrocchiali e ai rispettivi Centri d’ascolto viene inoltre chiesto di monitorare la presenza, nei territori, di profughi accolti presso le abitazioni di parenti e conoscenti già da tempo in Italia, per rilevarne eventuali bisogni.
IMPORTANTE
Caritas Lodigiana non effettua raccolte di vestiti, generi alimentari, medicinali, coperte o qualsiasi altro bene in quanto non possiamo garantire il trasporto di questi prodotti vista la situazione di conflitto in atto, le procedure doganali e i costi di trasporto. Caritas Lodigiana raccoglie solo offerte in denaro e invita le Caritas sul territorio della diocesi ad attenersi a questa indicazione.
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