Nel cuore di Dio c’è un posto preferenziale per i poveri

24 Gennaio 2017

Giornata di Spiritualità per volontari e animatori delle Caritas Parrocchiali

La meditazione di Don Roberto Davanzo

Talvolta l’approccio che abbiamo sul tema dell’impegno sociale è di tipo etico, doveristico. Ma intuiamo quanto questo modo diCaritas don Roberto Davanzo 21 1 2017 Bianchi (5) ragionare non conduca sempre a risultati soddisfacenti dal momento che la parola “dovere” ci crea sempre qualche disagio e scatena in noi la fantasia di cercare uscite di sicurezza.

Un approccio forse più fecondo è quello di riscop
rire lo spessore teologico di tale impegno. E teologico significa identitario: c’è di mezzo l’identità del Dio nel quale abbiamo imparato a credere a partire dalla rivelazione di Gesù che dava credito a quanto il Padre aveva rivelato di sè nella storia dell’antico Israele.

Mettiamoci dunque in ascolto degli eventi che maggiormente hanno mostrato il volto sociale di questo Dio che a patire da Abramo aveva cominciato a rivelarsi. Eventi che sono raccontati nel libro dell’Esodo, l’epopea di un Dio non solo visto come creatore di tutte le cose, ma anche di un Dio liberatore, amante della giustizia e dei diritti, un Dio che chiede all’uomo di costituirsi in popolo, in una esperienza sociale e societaria.

Racconta così il libro dell’Esodo che quando Mosè chiese di vedere il volto di Dio, quella richiesta restò inevasa. Lo vide solo al momento della morte, quando Dio lo baciò sulla bocca. Ma quel Dio che non amava farsi vedere – perchè, spiegano gli antichi rabbini di Israele, vuole essere riconosciuto in quella che è la sua “immagine”, cioè l’uomo – amava parlare, comunicare. Dunque – siamo in Es 34,5-7 – “il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione»”.  E così DiCaritas don Roberto Davanzo 21 1 2017 Bianchi (9)o si presenta come il Signore compassionevole e misericordioso. Dio è misericordioso, ha un cuore che vede la miseria. Inoltre Dio è compassionevole, ha viscere di amore ed è capace di con-soffrire con l’altro. Le stesse sure del Corano iniziano con gli stessi concetti: “Nel nome di D
io compassionevole e misericordioso”.

Misericordia parla di un sentimento, una carica passionale che viene dal profondo. Compassione indica un soffrire accanto, un soffrire-con.

Il nostro dunque è un Dio vicino. Soffre con chi lui ha creato. Un Dio che i profeti chiameranno Emanuele, Dio-con-noi. Un Dio che esce da se stesso e per questo è capace di vero amore.

Leggi tutta la meditazione di don Roberto Davanzo

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